COSA VEDERE IN CAPPADOCIA ?
IL MUSEO ALL’APERTO DI GOREME
Il Museo all’aperto di Goreme mostra un periodo importante dell’architettura ecclesiastica bizantina e della storia cristiana all’interno dell’interessante struttura paesaggistica formata di tufo vulcanico.
La sua distanza dalle principali strade di trasporto e la sua area accidentata ne ha fatto un rifugio adatto per coloro che vogliono nascondersi o ritirarsi in isolamento religioso. Pertanto, le comunità cristiane che vivevano qui sono riuscite a tenersi lontane dagli effetti delle guerre e dall’autorità dell’amministrazione centrale.
Il monachesimo iniziò in Cappadocia alla fine del III secolo e all’inizio del IV secolo e si diffuse rapidamente. Ed i monaci che vivevano qui scolpirono nella roccia i monasteri, le chiese, le cappelle, le mense, le celle, magazzini e luoghi di vinificazione e decorarono le loro pareti con gli affreschi.
Nel lll. secolo, i monaci dalla grande personalità, trasformarono la regione in un centro di pensiero e di vita religiosa. Nel lV. secolo la Cappadocia era conosciuta come il paese dei grandi Santi quali; Basilio il Grande, vescovo di Cesarea, Gregorio di Nissa e Gregorio di Nazianzeno. Questi religiosi raccolsero moltissimi pensieri sul cristianesimo e ad essi diedero un nuovo contenuto.
L’odierno Museo all’aperto di Goreme é il luogo dove fu iniziato questo nuovo sistema monastico. Qui sotto portiamo alcune chiese e cappelle che potete visitare nella Valle di Goreme;
La Chiesa Oscura (Karanlık Kilise), La Chiesa della Mela (Elmalı Kilise), La Chiesa dei Sandali (Çarıklı Kilise), La Chiesa della Fibbia (Tokalı Kilise), Il Convento, La Chiesa di Santa Barbara (Barbara Kilise), La Cappella del Profeta Daniele (Daniel Kilise), la Cappella del Medaglione, la Cappella della Tomba, la Cappella di San Teodoco, la Cappella di San’Eustachio, la Chiesa Nazar, la Chiesa della Madonna, la Chiesa di Jerphanion, la Chiesa delle Spade.
LE CITTÁ SOTTERRANEE DELLA CAPPADOCIA
Le indagini archeologiche condotte nel ventesimo secolo hanno portato alla luce un gran numero delle città sotterranee nella zona della Cappadocia. La scoperta di chiese, cappelle, oggetti e tombe nella zona di Cappadocia ci affermano che i primi colonizzatori cristiani si stanziarono in questa zona e presero possesso dei rifugi, che in seguito allargarono intagliando nella roccia stanze, i depositi per le provviste, saloni per le assemblee e numerose chiese.
L’identità dei costruttori originali di queste magnifiche “città sotterranee” rimarrà forse sconosciuta per sempre. I complessi sotterranei sono di una semplicità spartana. Ignari dei cannoni di bellezza, i costruttori si concentrarono su problemi di carattere pratico, in particolare sulla sicurezza. Crearono una fortezza, concepita come struttura a nido d’api, con un labirinto inaccessibile di gallerie e di pozzi, il cui ordine era noto solo a chi ci viveva.
Durante il nostro tour, quando visitiamo le città sotterranee di Cappadocia, avvisiamo le persone che soffrono della paura dei luoghi chiusi prima di entrare al complesso, perché alcuni passaggi-tunnel che collegano le sezioni, a volte, sono molto stretti e possono essere claustrofobici.
Nel confronto con le decorazioni delle chiese e cappelle vivacemente colorate di Cappadocia, i complessi sotterranei di Cappadocia sono privi di decorazione.
Possiamo dire che, nella zona di Cappadocia, fino ad oggi sono scoperti trentasei complessi sotterranei; Kaymakli, Derinkuyu, Ozkonak, Yesiloz, Cardak, Karacaoren, Tatlarin, Mazi, Özlüce, Gokcetoprak…
Di questi sei complessi solo i due sono più importanti e più visitati dai viaggiatori e noi qui ne parleremo delle loro strutture e funzionamento…
La Città Sotterranea di Derinkuyu
Il complesso di Derinkuyu si sviluppa su otto livelli e la lunghezza complessiva dei tunnel é di oltre venticinque km. Alcuni passaggi verticali sono profondi anche 60 metri, tanto che una volta erano utilizzati come pozzi, come condotti d’immissione per l’aria o come botole supplementari per la fuga.
Il complesso di Derinkuyu poteva alloggiare qualche mila persone ed un numero limitato di animali domestici. La grandezza delle gallerie di comunicazione é di 140 per 60 cm. Un adulto poteva quindi percorrerla solo stando ricurvo. Non c’era molto spazio per muoversi, ma ciò corrisponde esattamente alla volontà dei suoi costruttori. Infatti tale mancanza di comodità veniva ampiamente compensata dal fatto rassicurante che nessun nemico avrebbe potuto usare le armi all’interno del cunicolo. Lo scavo dei pozzi e delle gallerie comportava uno sforzo incredibile, se si pensa che poteva lavorarci un solo uomo alla volta. Servendosi di atrezzi rudimentali, questi scalfiva la roccia di tufo aprendosi un passaggio a colpi di ascia e scalpello in ginocchio e gettandosi alle spalle la pietra frantumata.
Indubbiamente i realizzatori di queste gallerie portarono a termine lavori considerati di grande abilità d’ingegneria persino al giorno d’oggi.
La Città Sotterranea di Kaymakli
Il complesso di Kaymakli che si trova nel villaggio di Kaymakli, si sviluppa su sette piani, ognuno dei quali contiene quindici “abitazioni”, ciascuna capace di contenere circa cento persone. Vi sono diverse chiese e cappelle; un vero e proprio labirinto di gallerie, con pietre a forma circolare che, in caso di pericolo venivano fatte rotolare di fronte allla propria entrata grazie a un sistema di binari. Queste “serrature di sicurezza”, pesanti diverse tonnellate, erano blanciate così delicatamente che potevano essere spostate di fronte alle entrate anche solo dalla forza di alcune donne.
I principali pozzi di ventilazione sono molto profondi e hanno dei gradini. Nei sotterranei si trovano i torchi per il vino e le cisterne di deposito, che suggeriscono l’esistenza di una viticoltura intensiva. Il primo piano era riservato alle stalle per facilitare l’uscita degli animali.
Vedendo l’immensità di questi complessi sotterranei, non possiamo fare a meno di domandarci; ma a quali esigenze degli abitanti rispondevano queste colonie sotterranee?
É molto attendibile l’idea che questi complessi fossero dei rifugi contro gli invasori. Nell’antichità il saccheggio era all’ordine del giorno. Lo scopo dei predoni della cosidetta guerra lampo era quello di raccogliere nel più breve tempo possibile una certà quantità di bottino. In questo periodo storico, uomini, donne e bambini erano un legittimo bottino di guerra. La regione era anche famosa per l’abbondanza del bestiame; cavalli pecore, mucche costituivano la ricchezza principale, mentre la loro perdita avrebbe causato il totale crollo economico. Di conseguenza, in tempi di escursioni ostili, gli abitanti minacciati di Cappadocia tendevano a disperdersi piuttosto che a concentrarsi.
A causa del pericolo di crollo, il complesso é visitabile solo fino al quinto piano.
LA VALLE DI ZELVE
L’estesa colonia monastica di Zelve é quasi completamente nascosta in un vallone cieco fiancheggiato da altissime pareti rocciose, con grotte e gallerie. Qui il paesaggio si presenta con un’incredibile varietà di massi di forma curiosa, chiamati comunemente “camini delle fate”, situati in gran numero lungo i lati della strada che conduce a Zelve.
Tra il lX e il Xlll secolo Zelve fu un importantissimo centro religioso cristiano, fu qui che si svolse il primo seminario per i preti ed i monaci della Cappadocia.
La pianta delle chiese di Zelze é costituita per lo più da croci latine, greche e maltesi. Le chiese di questa colonia sono prive di decorazioni vistose, questo indica che gli abitanti erano contrari al culto delle iconografie. Le chiese principali della zona sono la Chiesa dell’Uva (Üzümlü Kilise), la Chiesa del Cervo (Geyikli Kilise).
I visitatori incuriositi dal labirinto tuttora inesplorato di gallerie farebbero meglio a non avventurarsi do soli. Bisogna ricordare che i passaggi sotterranei furono concepiti e creati dai primi cristiani per confondere gli intrusi. Le trappole nascoste come i trabocchetti, i falsi corridoi o le gallerie furono costruite con il solo scopo di trarre in inganno chi vi entra.
LA VALLE DI PASABAG
Questa località, anticamente chiamata “la valle dei monaci”, e che spicca tra le bellezze uniche della Cappadocia, é una delle valli merita di essere visitata in assoluto. La valle di Pasabağ é piena di camini delle fate del tufo particolari. Questi camini delle fate sono formati da diversi tronchi e da diversi cappelli e in uno di essi si trovano una cappella costruita in nome di San Simeone e una cella per eremiti. Gli eremiti della Cappadocia, per allontanarsi dalla vita mondana, si ritiravano nei camini delle fate e scavando questi camini dal basso in alto, costruivano delle stanze e dei letti in roccia e ci vivevano.
Un viaggiatore che viene in Cappadocia, non deve terminare il viaggio senza aver visitato questa unica bellezza naturale che offre incantevole panorama per gli appassionati di foto.
LA VALLE ROSA
La valle di Valle Rosa è uno dei luoghi più importanti da visitare nella regione della Cappadocia. Il motivo principale è la vista unica del tramonto. Se pensate di andare alla Valle Rosa solo per guardare il tramonto, diciamo che sarebbe meglio essere lì alla collina della valle al massimo un’ora prima del tramonto per trovare un bel posto. Tenete presente che sarà molto affollato. La Valle Rosa è uno dei posti dove è possibile assistere al romantico tramonto che tinge di color rosa i camini delle fate.
Il percorso della valle che é lunga circa sei km., é prefetta anche per fare trekking tra il paesaggio lunare e rocce colorate che riprendono sfumature di color rosa, giallastro e ocra formate dalla presenza diversi minerali. Sarebbe meglio rivolgersi a una persona o guida esperta per evitare di perdersi tra i camini delle fate.
La valle, una volta colonia crisitiana, é costutiuta da un gran numero di camini fattati scavati e resi abitabili da antichi coltivatori.
LA VALLE DELL’AMORE Per campeggiare in Cappadocia, nella Valle dell’Amore, uno dei posti più belli, potete godervi sia l’alba che il passaggio delle mongolfiere attraverso la valle. I posti migliori per campeggiare sono le vette nella parte alta della valle. La valle, lunga circa 5 km, è anche uno dei percorsi preferiti dagli escursionisti. I periodi migliori per passeggiare tra la varia vegetazione e camini delle fate di diverse forme nella valle sono i mesi primaverili e autunnali.
I camini delle fate nella Valle dell’Amore si differenziano per forma, colore e dimensioni, creando un aspetto impressionante. I camini delle fate in questa valle sono cilindrici e ricoperti. Il percorso a piedi è molto piacevole. Osserverete incredibili formazioni rocciose tra vigneti e alberi da frutto. È possibile completare la passeggiata a valle in circa 2 ore con un ritmo dolce.
LA VALLE DI IHLARA
A circa venti km dalla città Aksaray sulla strada Göreme, un grande cartello stradale indica la deviazione per il paese Ihlara, a 35 km verso l’entroterra. La strada attravesa incantevoli villaggi, non ancora raggiunti dal turismo: Gücünkaya, Kizilkaya, Selime, Yaprakhisar, Belisirma, Ziga (quest’ultimo con sorgenti sulfuree d’acqua calda): tutti piccoli paesi che hanno qualcosa di interessante da offrire agli amanti della fotografia e delle riprese filmate.
Ogni villaggio ha la sua colonia scavata nella roccia, addirittura in alcuni tratti, la strada passa tra le rovine sporgenti di un’abitazione o di una chiesa rupestre.
La valle di Ihlara é un canyon lungo di 14 km, profondo ed irregolare, attraversato da un corso d’acqua, il Melendiz. Si può accedere alla valle per mezzo di alte scalinate con panchine poste ad intervalli per le persone anziane.
Per la bellezza naturale del paesaggio ed il passato storico ed artistico, la prima sensazione che si prova di fronte a Ihlara é quella di un’immensa tranquilità.
Nella valle tra i villaggi di Belisirma e di Ihlara, vi sono più 3000 grotte e circa 100 tra chiese e cappelle, poste sulle pareti della valle di Ihlara. Se vogliamo citarne alcune importanti e da non perdere; la Chiesa Sotto l’Albero (Ağacalti Kilisesi), la Chiesa del Serpente (Yilanli Kilise), la Chiesa Profumata (Kokar Kilise), la Chiesa dei Giacinti (Sumbullu Kilise), la Chiesa dei Terrazzi (Purenliseki Kilise), la Chiesa di San Giorgio, la Chiesa di Bahattin (proprirtario della chiesa), la Chiesa alla Colonna (Direkli Kilise).
I BORGHI DELLA CAPPADOCIA
GOREME
Goreme, circondata da valli, cave e numerosi camini delle fate, è il cuore della Cappadocia in termini di luoghi da visitare.
Il Parco Nazionale Storico di Goreme, la cui atmosfera mistica si interseca con i miracoli della natura e il mistero della storia, è stato incluso nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1985. Goreme offre viste panoramiche estremamente belle agli appassionati di fotografia con le mongolfiere che salgono in aria all’alba e camini delle fate illuminati come un set cinematografico la sera.
Un viaggiatore ha bisogno di più di una giornata per esplorare tutte le attrazioni panoramiche e storiche della cittadina e dei suoi dintorni. Nel centro di Goreme si trovano numerosi ristoranti, caffè, bar, negozi e bancarelle di souvenir.
URGUP
Questa cittadina é un importante centro commerciale ed amministrativo, molto frequentato dagli stranieri che giungono in Cappadocia. Il pendio roccioso che sovrasta il paese é ricco di abitazioni ricavate dalle grotte; attualmente le gallerie e scalinate sono all’aperto per l’azione degli agenti atmosferici. Urgup é situata alla congiunzione di due suggestive gole, entrambe ricche di resti cristiani.
Gli stranieri che non hanno visitato la cittadina negli ultimi anni possono facilmente rimanere disorientati dai cambiamenti avvenuti in questa località.
La cittadina ora ha diverse strade larghe e nuove con lampioni artisticamente lavorati, con alberghi e cave otel di classe, eccellenti ristoranti, bar scavate nelle grotte, negozi di souvenir di ogni genere, uffici per il cambio, agenzie viaggi, bagni pubblici, stazioni per l’autobus. Vi sono fabbriche di vino con cantine, arredate in maniera romantica che invatano il visitatore a passare delle ore piacevoli.
Urgup é sempre stata un punto di passaggio per chi arriva in Cappadocia. Ora é diventata la “capitale” del turismo e del commercio.
Qui é ricevuto cordialmente sia il turista più facoltoso che quello con minori possibilità economiche. L’ospitalit à in questo paese é veramente eccezionale.
CAVUSIN
Il villaggio di Cavusin si trova sulla strada che porta ad Avanos, a soli tre km da Goreme, riparato da un precipizio altissimo, quasi perpendicolare. Questa parete é ciò che rimane di un grande smottamento del terreno avvenuto in un periodo compreso tra il IX e l’XIII secolo.
In seguito gran parte dell’altopiano, indebolito dall’erosione, spaccato dalle gelate, dalle piogge violente e dai terremoti, si riversò verso la valle, portando con sé decine di abitazioni e diverse chiese. Molti edifici che vediamo oggi furono costruiti in cima ai detriti sicuramente ricchi di resti archeologici.
Avvicinandoci a Cavusin la prima costruzione che scorgiamo é una massiccia parete rocciosa e solitaria perforata da finestre e da entrate naturali, chiamata comunemente il “Castello di Cavusin”, per la sua somiglianza con un castello mediovale.
UCHISAR
Il villaggio si trova sull’altopiano più elevato della regione di Goreme, dal quale si gode di una vista meravigliosa. La struttura più importante è il castello di Ortahisar, che è stato scolpito circa quattro mila anni fa, ad un’altitudine di 1200 m., l’altezza della roccia é di 86 m. La struttura rocciasa è stata utilizzata sia per scopi strategici che residenziali.
Come per Ortahisar, acnhe qui la vita dei primi cristiani era centrata intorno su questa torre fortezza. Alcuni anni fa venne scoperto un tunnel lungo circa un km che collegava la fortezza rocciosa con un corso d’acqua, che riforniva gli abitanti dell’acqua necessaria ai propri bisogni, senza bisogno di esporsi agli occhi ostili del nemico.
Ci sono esempi caratteristici di architettura civile della Cappadocia ai piedi della roccia. Inoltre, le patate e le mele coltivate nella regione, le arance e i limoni portati dal Mediterraneo sono conservati in magazzini rocciosi scavati nelle pendici di quasi tutte le valli. Il pittoresco dirupo é cosparso di piccole cavità naturali che accolgono migliaia di uccelli anche oggigiorno.
ORTAHISAR
Ortahisar é un villaggio incantevole con molte cose interessanti da vedere, vecchi romantici negozi e con abitanti molto amichevoli ed ospitali che conservano ancora le antiche tradizioni riguardo l’accoglienza degli stranieri. Sfortunatamente il villaggio é spesso ignorato dagli operatori turistici perché preferiscono portare i gruppi in posti più vistosi, negando loro la possibilità diincontrare la vera essenza rurale dell’Anatolia.
Il punto di riferimento più importante del villaggio é la “torre rocciosa” alta una cinquantina di metri, buccherellata come un nido d’api da grotte e gallerie naturali, ben visibile dalla strada. Le scalinate e le gallerie vennero rese praticabili. Salendo in cima alla torre rocciosa si può ammirare un magnifico panorama, compreso il cono del vulcano spento Erciyes (Argeus), ottanta km. più ad est.
In passato le finestre e le entrate potevano esere chiuse con delle pietre a forma circolare adattate alle aperture, in caso di pericolo venivano fatte rotolare di fronte alla propria entrata. In questo modo le rocce assumevano un aspetto del tutto naturale in cui la presenza umana era insospettabile.
AVANOS
La cittadina Avanos sorge sulle rive del fiume Kizilirmak “Fiume Rosso”, anticamente conosciuto con il nome di “Halys”. Avanos é famosa per le meravigliose ceramiche prodotte nei piccoli laboratori che se ne contano circa trecento. La terracotta di Avanos é di altissima qualità e tutto é fatto e decorato a mano.
L’argilla rossa si ottiene dalle montagne di Avanos e dal Fiume Rosso e questo artigianato è sopravvissuto di tribù in tribù e di padre in figlio fino ai giorni nostri. Gli artigiani locali si prestano volentieri ad insegnare la propria arte ai viaggiatori “apprendisti stranieri” senza chiedere loroalcun compenso.
Le cave di Avanos producono onice di alta qualità. La lavorazione di questo prezioso marmo colorato costituisce una delle una delle attività più redditizie del luogo.
Per arrivare alla città sotterranea di Ozkonak si passa per Avanos. La cittadina in sé é priva di resti particolarmente significativi.
MUSTAFAPASA
Il villaggio, conosciuto in passato con il nome di “Sinasos”, fu abituato da cristiani greco-ortodossi fino al 1924, anno in cui la popolazione greca rimpatriò. Nei dintorni vi sono diverse chiese e cappelle. Le antiche case greche offrono lavori in pietra e affreschi molto ricchi.
Una volta l’economia della città dipendeva dall’agricoltura. Ma la città fa parte della Capadocia, una regione turistica della Turchia nota per i camini delle fate e le chiese medievali scavate nella roccia. Ora si stanno costruendo alberghi turistici intorno alla città. Un’ulteriore aspettativa è il turismo termale.
Da vedere anche la chiesa sul colle Golgoli, un antico quartiere residenziale a circa 5 km dal paese, e le stanze scavate nella roccia che la circondano e interessanti formazioni rocciose.