Palazzo Topkapı ed altri Palazzi Ottomani
Su un promotorio ove confluiscono il Bosforo, il Corno d’Oro ed il Mar di Marmara, sorge il Palazzo di Topkapı, labirinto di costruzioni e centro del potere dell’Impero Ottomano tra XV. ed XIX. secolo.
In questo ricco ambiente i sultani e la loro corte vivevano e governavano.
Il primo cortile (o cortile esterno) racchiude un magnifico giardino boscoso, prima di entrare nel secondo cortile sopra la Porta del Saluto si legge questa frase in ottomano “ Sultano, l’Ombra di Dio sulla Terra”.
Sulla destra del secondo cortile, ombreggiate da cipressi e platani, le cucine del Palazzo custodiscono oggi le collezioni imperiali di cristallo, d’argento e porcellane cinesi, giapponesi e tedesche.
Sulla sinistra l’Harem, quartiere separato delle mogli, delle concubine, degli eunichi e dei figli del sultano ricorda ai visitatori gli intrighi della corte. Il terzo cortile contiene la Sala delle Udienze, la Biblioteca del Palazzo, la Sala dei Caftani dei Sultani, i famosi gioielli del tesoro ottomano e un’inestimabile collezione di miniature e di manoscritti medievali,
inoltre vi troviamo il padiglione del Mantello Sacro, il “Santo dei Santi”, dove si conservano le reliquie del Profeta Maometto, riportate a Istanbul quando gli ottomani assunsero il califfato dell’Islam. (Aperto tutti i giorni escluso il martedì).
Nelle quattro sale troviamo il tesoro imperiale composto da centinaia di gioielli di inestimabile valore, tra quali il famoso diamante di Kaşıkçı da 86 carati, il quinto diamante al mondo per grandezza, due candelabri in oro massiccio, ognuno dei quali pesa 48 chilogrammi, tre troni riccamente decorati e tempestati di pietre preziose e altri oggetti di inestimabile valore.
Palazzo di Dolmabahce è stato costruito su commissione del trentunesimo Sultano Ottomano Abdülmecit fra il 1843 e il 1856. Il maestro Garabet e suo figlio Nikogos, Evanis e Smith ne sono gli architetti,essi si sono serviti degli stili architettonici europei, creando una fusione tra barocco, rococò e neo-classico e gli elementi tradizionali dell’arte e della cultura ottomana. La struttura del palazzo è legata alla tradizione cortigiana ed alle particolarità della casa turca.
La facciata del Palazzo di Dolmabahce si stende per 600 metri lungo la riva europea del Bosforo. L’immensa sala da ricevimento con le sue 56 colonne ed il suo enorme lampadario da 4 tonnellate e mezza con 666 posti di candele, affascina sempre i visitatori.
Il palazzo ha 285 stanze, 44 sale, 9 bagni turchi, 64 gabinetti, 82 corridori, 193 orologi storici, 600 dipinti, 280 vasi grandi, 224 lampadari, 581 candelabri, 1214 tappeti, ecc.
Tra il 1856 e il 1924, anno della dissoluzione del califfato, sei sultani sono vissuti nel Palazzo di Dolmabahce. Il palazzo è stato donato al popolo turco con una legge entrata in vigore il 23 marzo 1924.
Mustafa Kemal Ataturk, fondatore della repubblica, ha svolto in questa residenza parte dei suoi importanti studi ed ha trascorso in questo palazzo gli ultimi giorni della sua vita e qui morì il 10 novembre 1938. (Aperto tutti i giorni esclusi il lunedì e il giovedì)
Palazzo di Beylerbeyi è stato edificato dal Sultano Abdullaziz nel XIX. Secolo, sulla riva asiatica del Bosforo.
Il palazzo ha due ingressi decorati elegantemente, 6 grandi sale e 24 stanze, i suoi pavimenti sono ricoperti con paglie d’Egitto e tappeti turchi, dai soffitti pendono lampadari di Bohemia e gli orologi sono francesi.
Questo palazzo servì da dimora estiva per gli ospiti stranieri. Fra questi si possono ricordare il Re Edward 8., l’imperatore austriaco Franz Joseph, la moglie di Napoleone III. l’imperatrice Eugenia e lo Scià dell’ Iran Nasreddin.
Dietro al palazzo si trovano dei giardini di magnolie, una grande piscina e alcuni padiglioni. Sul mare si affaccia un altro bel giardino, una piscina e due padiglioni.
Palazzo di Göksu, o Küçüksu, prende il suo nome dalla piccola riviera che sbocca sul Bosforo. Eretto su commissione del Sultano Abdülmecit I nella metà del XIX. secolo, serviva da residenza estiva. Ha due piani, una facciata di marmo decorata con altorilievi di stile barocco e rococò. Di tanto in tanto, anche Ataturk utilizzó il palazzo come uno studio. Il fiume anticamente era pieno di caicchi imperiali, purtroppo ora ha perso la bellezza di un volta.
Padiglione Ihlamur (XIX secolo) è circondato da giardini di tigli, ciò spiega il suo nome. È un padiglione a due piani in cui gli ottomani accoglievano gli ospiti importanti.
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